La pigotta stanca***

Allo specchio

con sofferto stupore

a incatenare l’immagine che sempre più sfugge

e meno è familiare

all’occhio: la condanna a morte

è nelle orbite assorte

e nel secchio

ove cadrà la testa

con tutti i suoi pensieri materni tra i capelli

pochi e ribelli: altri non avrà lo stesso suo tono

madre apprensiva

nè amerà della brina gli spilli e dei pupi gli strilli

Magico picchio così aggrappata al comò

che da sola non sta in piedi

del dolore il risucchio è forte e vecchio

 riflesso

del quadro alle spalle

  quello dal viso tondo,

sogno enigmatico
e soggetto mitico

quello dai rami che sgorgano

 con frutti da  un’orecchio e spine dall’altro.

Rami asimmetrici nei doni ma generosi con l’animale

che il peyote ha nel cuore

 vibrante motore

e in fronte una spirale…

Tutto ciò osserva pigotta stanca

 come fosse l’ultimo appello

   all’energia vitale

  dell’acqua del primevo cerchio
acqua che sempre ritorna al mare
 woodenship  17/08/2015
***La pigotta è una bambola di pezza, adottata dall’Unicef per reperire fondi, attraverso l’acquisto o l’adozione della bambola stessa. Ideata da Jo Garceau nel 1988. Ma io ricordo di avere visto bambole di pezza similari già agli inizi del 1980 in Messico, nel Chiapas, più precisamente costruite dai bambini delle popolazioni maya dei dintorni di San Cristobàl Las Casas….

39 pensieri su “La pigotta stanca***”

    1. Anche i simboli hanno una loro importanza, mia dolce viki: alle volte più son poveri e più sono forti nel messaggio che vogliono sia recepito. Hanno in sè una certa asimmetria…
      Baci d’immenso…..

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      1. ovviamente, non era di certo “minimalista” il mio commento, carissimo…un po’ come un semplice fiore ubiquitario c ome la mariposa è il simbolo universalmente riconosciuto della rivoluzione cubana…

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      2. Mai minimamente pensato qualcosa del genere, amica mia, mariposa la più bella tra le mariposas… Alle volte basta anche e solo una parola per stimolare pensieri assai fecondi…..Besos calientes y muchas gracias querida…

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      1. Ah potessi dormire! Alle volte penso e desidero. Poi guardo le stelle e mi dico che sarebbe brutta cosa privarle dei miei occhi aperti… Scherzi a parte, in effetti non so più se la mia è insonnia volontaria o insonnia forzata……..

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      2. Tre sono poche, sei sono sufficienti. Forse c’è qualcosa che ti spinge a non sprecare tempo oppure riesci ad ottimizzare. La Montalcini sosteneva di dormire solo un paio d’ore. Se si ha uno scopo, una necessitò, il corpo si adegua

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      3. La mia è contraddittorietà forte: da un lato non vorrei dormire mai, dall’altro il mio corpo mi richiede riposo continuo. Sinceramente non so a chi dare retta per primo. Se alla mia mente che mi vorrebbe sempre sveglio e speculante, oppure alle mie membra che reclamano riposo…

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      4. Mi sa che sei costretto a ricaricarti. Ci sono periodi in cui anch’io mi trovo a dover scegliere il riposo forzato anche se vorrei restare sveglia… In questi giorni invece spegnerei tutto volentieri per un bel po’, ma al contrario sono costretta a rimanere sveglia… Che ironia, a volte…

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      5. E’ proprio così, amica mia: quando potresti riposare non lo fai, quando ne senti la necessità non puoi farlo. E’ una tortura. I miei periodi più felici sono stati quando potevo non dormire la notte, godermi l’alba e poi riposare fino a pomeriggio inoltrato. Una vita da nobili, mi dirai. Ma è questo l’andazzo che sento mio…

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      6. Non è una vita da nobili, ma un ritmo che potendo adotterei anche io. Di notte vagano i pensieri più belli e anche quelli più terribili. Si entra in contatto con se stessi perché si riesce ad sentire ciò che ci circonda. Sei come me, non riposi bene perché devi farlo nei momenti che non ti sono naturali…

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      7. In genere comincio a sentirmi più a mio agio quando comincia a calare il sole,un po’ come i vampiri, poi è un crescendo di lucidità, fino all’apoteosi delle ore piccole, quando mi regge il fisico. Se riesco a sopravvivere fino al sorgere del sole è festa grande. Il resto vorrei soltanto dormirlo… E’come tu dici: viviamo contro la nostra natura di creature notturne…

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      8. Ormai col tempo ho perduto la certezza di sentirmi a mio agio nei momenti che vivo, mi sento quasi sempre fuori posto, fuori tempo, non in sintonia con me stessa, come se io fossi da un’altra parte, in un altro momento…

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      9. Noi lo percepiamo soltanto, quello che accade veramente non possiamo saperlo. Sappiamo soltanto che un giorno ci risvegliamo vecchi o bambini, ma sempre con la frenesia addosso di essere fuoriluogo,se non proprio inadeguati….

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      10. E’ vero, è tutto mutevole, instabile. A volte ci fa sentire incoerenti facendoci cadere nello sconforto, altre volte ci esalta al punto da vivere uno stato di euforia, facendoci credere di avere il mondo tra le mani…

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  1. Una pigotta stanca, e ci credo caro Wood, visto che rappresenta la miseria, la povertà, il dolore di tanti e tanti bambini, di tante popolazioni. Povera pigotta, lei ci ha provato in tante maniere a risolvere un po’ i problemi, ma ha ancora tantissimo da fare!! Bisogna aiutarla!.
    Molto coinvolgente, con grande significato. Grazie carissimo.
    Un bacio lieve per augurarti una serena notte. Pat

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    1. Grazie infinite mia dolce Pat, per una lettura cosi delicata e coinvolgente. E grazie anche per il bacio lieve che ancora mi sfiora la pelle…….Una carezza di vento ed una serata di dolce follia a te…….

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