Piange al citofono

Una signora di una cittadina in una regione in cui è in corso la campagna elettorale, non ha trovato di meglio che denunciare, il fatto di ritenere che, nel “tale palazzo” si spacciasse la droga che aveva portato alla morte il suo figliolo malato di SLA, ad un politico che ha fatto della questione sicurezza cavallo di battaglia per arrivare al potere. Questi si è recato all’indirizzo con un codazzo di carabinieri, poliziotti e sfaccendati sostenitori, per suonare il citofono e chiedere, come fosse un gioco innocente, se era lì che abitava lo spacciatore. Non intendo scendere nel merito della questione politica: si commenta da sè e sempre mi chiedo come si faccia a dare credito ad un individuo simile.

Senza slanciarmi anch’io contro la signora in questione, mi chiedo, molto più semplicemente: che ci azzecca la droga con un ragazzo affetto da SLA?
Per quel poco che so della malattia: essa, per natura, ha esiti rapidi e letali, senza alcun bisogno di droghe a compendio. Per conseguenza, mi chiedo e chiedo, come sia stato possibile per la signora associare droga e malattia.
Certo alla stampa, alla propaganda, non importa questo aspetto per me non secondario. Dal momento che l’ignoranza, la propaganda, la strumentalità e la visceralità fanno travisare pure la scientificità dei fatti. Ovvero: dalla Sclerosi Amniotrofica Laterale non ci si salva. La fine è nota e tra attroci sofferenze. Che il ragazzo possa avere pensato di attenuarne gli effetti dolorosi assai, mediante l’assunzione di droghe, potrebbe risultare comprensibile. Ma che si sia lasciata una mamma nella perfetta ignoranza, riguardo alla malattia ed ai suoi effetti mortiferi, al punto da farle credere che, ad uccidere suo figlio sia stata la droga, ecco, mi pare ancora più diabolico a dir poco.

16 pensieri su “Piange al citofono”

    1. … Tutto è possibile, a questo punto, visto il pelo sullo stomaco mostrato dall’individuo in questione. Credo che sia arrivato ad un livello tale di delirio da essere pronto, se non l’ha già fatto, a venderebla sua anima in cambio del potere…

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      1. … Sinceramente, non so se si sia scavata la fossa o meno: ha al servizio”la bestia”, quel complesso meccanismo di comunicazione che fa si che, anche ciò che a una mente razionale può sembrare controproducente, nella realtà della comunicazione della bestia, è invece un successo. Solo lunedì prossimo si potrà capirci qualcosa. Intanto, accontentiamoci di seppellire fino al collo,virtualmente, almeno, lui, la sua bestia e pure i suoi pasdaran….

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    1. A quel che risulta, è una famiglia di origine tunisine, ma il ragazzo accusato di spaccio è un diciassettenne nato in Italia.
      E’ stata la madre di un altro ragazzo affetto da sclerosi laterale amniotrofica, ad indicarlo come spacciatore.
      Ora, se uno ha delle accuse, si reca alla polizia o dai carabinieri. Capirai che non è stata una bella azione quella del politico: se tutti facessero come lui e quella donna, ognuno si sentirebbe autorizzato a suonare i campanelli di tutta Italia per accusare chiunque, senza neanche uno straccio di prova.

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    1. Per la verità, compadre, è sempre stata politica da “porta a porta” la nostra, solo che non si era mai arrivati a livelli tanto beceri. Al massimo si stava a fare un “contratto” in tv e si mandavano casa per casa il book del candidato per far vedere quanto fosse bello, con famiglia,”onesto”e schifosamente ricco. Oggi si fa”porta a porta” ricalcando tecniche da colonna infame di manzoniana memoria.

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      1. Anch’io mi sento “moooolto sollevato”: non ne potevo più di quella cappa che aveva ricreato con una campagna elettorale di stampo “fascismo all’arrembaggio”
        Possa esserti settimana feconda e felice
        e grazie sempre

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