È dall’inizio, da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, che mi chiedo se fosse proprio necessario reagire con le armi al sopruso rappresentato dell’occupazione russa. E, più rimugino, più mi convinco che, se gli ucraini avessero avuto un presidente che, davvero, avesse avuto a cuore le sorti del suo paese, non si sarebbe lasciato trascinare nella logica guerresca dell’invasore. Molto meglio sarebbe stato rispondere con una tattica pacifista di stampo gandiano: disobbedienza civile e resistenza passiva; in una sorta di strategia atta a disegnare un’asimmetria tra le forze in campo: più è armata l’occupazione e la conseguente repressione, più la resistenza è passiva e volta al pacifismo.
L’Ucraina è un paese che conta circa 44.000.000 di abitanti ed è la seconda nazione per estensione in km quadrati d’Europa. Di certo non è per nulla facile da tenere soggiogata con le armi soltanto, senza un’ampia minoranza che si offrisse di reggere la coda agli occupanti.
Dunque, che senso ha questa guerra, se non quello di essere funzionale alla geostrategia dell’unica superpotenza al mondo?
Per conseguenza, si può ricavare che:
-Zelenskj ha offerto il suo popolo come carne da macello agli USA per portare a termina il progetto di scardinamento, frantumazione e conseguente ridimensionamento della Federazione Russa. Un progetto portato avanti con lucidità, costanza e determinazione, sin dalla fine della II Guerra Mondiale. Cosa potrà avere in cambio per ripagare simile sacrificio? Nemmeno se la ricostruissero d’oro e facendola più ricca che mai, credo che riuscirebbero a rifondere il tributo di sangue e distruzioni sociali, economiche e umane che l’Ucraina sta soffrendo. Quindi credo che tutti i benefici andranno all’ambizioso comico che sarà incoronato a salvatore della patria e presidente a vita; oltre agli oligarchi che ne hanno permesso l’elezione e che potranno continuare con i loro traffici con tanto di corruttele.
-Biden sta perseverando nel progetto, incurante dei costi economici, umani e sociali che, immancabilmente, si stanno riflettendo sull’Europa già debilitata dagli anni di pandemia. Per gli USA questa guerra porta solo vantaggi: vende un gas che è molto più costoso di quello russo agli europei; svuota gli arsenali di armamenti già obsoleti, per riempirli con armi più nuove e tecnologicamente avanzate, dando una spinta non da poco all’economia. E quindi alla possibilità di vincere le elezioni di midterm ed essere rieletto. Ultimo, ma non meno importante: impedisce che la UE si renda autonoma dalla NATO, anzi stringendo un cappio che la tenga più disciplinata. Dovesse alla fine riuscire a disarcionare il despota Putin, aprirebbe una nuova corsa all’oro delle immense risorse naturali russe.
-Putin si è dimostrato stupido e sanguinario come i suoi predecessori sovietici che si erano già fatti fregare, lasciandosi attirare nella trappola afghana. Stupido perché si è lasciato irretire nei giochi che hanno portato agli scontri di piazza Maidan. Ed alla successiva cacciata del presidente regolarmente eletto Yanucovich. Stupido perché, lui espressione del Kgb, non è stato in grado di trovare soluzioni per non farsi portare via l’Ucraina; o, quantomeno, per mantenerla neutrale . Stupido perché non ha considerato che, nemmeno gli USA, sono in grado di mantenere un’occupazione a lungo termine di una nazione al giorno d’oggi. Figuriamoci una Russia che ha un’economia da paese emergente. Quindi penso che se la sia cercata e ben gli sta.
- In tutto ciò dove sta il guadagno per un vaso di coccio come quello italiano? Forse, a voler essere benigni, un vantaggio potrebbe consistere nel non venire impiccati al debito pubblico mostruoso. Se l’Italia avesse seguito una strategia di neutralità, dunque disattendendo i desiderata USA, credo che lo strangolamento economico sarebbe stato all’ordine del giorno.
In definitiva: la terza guerra mondiale è già in atto. Sta a Putin se rilanciare con l’opzione atomica, oppure accettare la probabile sconfitta ad opera degli ucraini, sostenuti ed armati dall’Occidente. Si, perché anche e solo l’ulteriore prolungamento del conflitto, corrisponderebbe ad una cocente sconfitta per Putin. Con il conseguente rischio del defenestramento.
Ma, dicevo: guerra non necessaria, per noi europei di certo. Non necessaria perché ne stiamo subendo conseguenze devastanti. Il quadro politico sta virando decisamente a destra, come anche quello economico che non fa che favorire l’ascesa della destra estrema e populistica.
avrei dovuto scriverle anch’io queste cose. Condivido ogni virgola… perfetto Silvi…ahimè perfetto…un Risiko in cui a perdere non sono i giocatori sul tavolo ma la povera gente…e quel coglione televisivo che inneggia alle armi mandando al macello un intero popolo…
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In questi giorni l’amarezza mi travolge: possibile che la stupidità e l’avidità siano così abissali?
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Condivido anch’io il tuo pensiero ma: 1) gli Uscraini anche se parlano una lingua leggermente diversa sono in realtà Russi anche loro tenaci 2) gli Usa sono andati a nozze in questa guerra tanto loro come al solito non sono vicini e come hai detto non hanno problemi di approvigionamenti di carburante 3) l’Europa non è ancora un unione ben serrata ed impreparata ad una probabile guerra, siamo un catino di raccolta per sfollati ed emigranti senza risoluzioni in merito…non mi stupirei se sprofondassimo come Atlantide…un consolatore saluto.
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La cosa pazzesca di questa situazione, è che nessuno si chiede come mai siamo arrivati a questo punto. Non interessa a nessuno il motivo per cui, la NATO, allo sciogliersi del Patto di Varsavia, non si è sciolta anch’essa in segno di distensione. E cambiamento tangibile della situazione post Guerra Fredda. Invece: la NATO è rimasta, si è allargata a dismisura in Europa, ha fatto interventi devastanti in Serbia in occasione della secessione del Kossovo; è intervenuta occupando l’Afghanistan per un ventennio… Insomma, per quanto paranoici i russi, cosa debbono pensare, quando vedono anche l’Ucraina entrare in orbita NATO? E questo senza scusare la stupidità di Putin per i motivi che ho già spiegato nel post.
Grazie di cuore anche per la condivisione con un più che caro saluto anche a te.
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Condivido il tuo pensiero e, sono, oltremodo, demoralizzata per il pasticcio in cui siamo rimasti invischiati. Dopo due anni di pandemia, ci mancava anche questo grande problema a toglierci la serenità. L’America non è muova ad accendere focolai di guerra in tutto il mondo, ma sempre in casa degli altri. Ha trovato una buona pedina da giocare in Zelenskj che, a discapito del proprio popolo ha iniziato una guerra fratricida e , in ultimo Putin, un frustrato, macellaio, guerrafondaio, anche lui con sulla coscienza la morte di milioni di persone che sogna da sempre di ampliare la Russia annettendosi sempre nuovi domini. E, in mezzo noi che assieme agli Europei siamo schiacciati a sostenere una guerra non nostra. Speriamo che le cose possano prendere la via della diplomazia prima che qualcosa di tremendo possa accadere. Ti auguro una buona giornata amico mio, sperando per il meglio.
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Anch’io lo spero: spero che i russi mettano da parte l’orgoglio e non giochino il tutto per tutto, per vincere una guerra che non potranno mai vincere. Sacrifichino pure Putin, ma non giochino la carta nucleare. Altrimenti per noi europei sarà la fine. Lo spero.
Grazie di cuore anche per la condivisione, oltre che per l’augurio che ricambio con grande afflato amicale.
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Concordo in pieno con ciò che dici ma non dimenticare che la Russia da tempo sta cercando di espandere il suo territorio e cominciato guerre altrettanto feroci in Siria, in Georgia, Cecenia, Crimea ecc. Quello che mi preoccupa è che ormai ci sono due Presidenti, Biden e Putin, costretti a vincere per potersi salvare ..
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Purtroppo, la Cina terzo incomodo, non è nemmeno lei all’altezza della sua parte: la classe politica mondiale è molto scaduta. Non ci sono più grandi personalità visionarie. Ci sono soltanto mezze tacche come Putin e Biden. È questo che mi preoccupa: che costoro vi perdajo perché non in grado di immaginare un futuro.
Grazie di cuore.
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ma sono in grado di distruggerlo il nostro futuro e si stanno impegnando bene, a quanto pare.
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A maggior ragione sono in grado di distruggere il nostro mondo: non c’è nulla di più ferocemente distruttivo della stupida avidità che governa l’occidente.
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Sono d’accordo con te su tutto…
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Grazie per la consonanza: è già molto di questi tempi.
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Scusa ma gli inglesi hanno mai bombardato l’India? Se avessero mandato la Raf a sterminare templi e palazzi induisti, se avessero distrutto villaggi e missioni, cosa avrebbe fatto Gandhi? Gli inglesi non distruggevano, forse erano sei colonizzatori più civili? Non saprei ma non ho mai letto in nessun libro di inglesi che bombardavano Bombay, Calcutta, Nuova Delhi. Allora noi italiani abbiamo sbagliato tutto, dovevamo dire ai tedeschi ” Prego accomodatevi e rimanete qui, prendetevi tutto, le case, le figlie e tutto il resto”. Non capisco scusami. Se viene qualcuno a bombardare casa mia io non mi siedo e dico ” Oh che bella giornata, fate pure, distruggete tutto”. Se una persona t’aggredisce tu ti fai pestare? Io no. Mi spiace ma io se arriva qualcuno e mi distrugge tutto mi difendo. Cosa dovevano fare gli ucraini? Dire ok prendetevi tutto? Non sarebbe una reazione normale, sarebbe un suicidio. L’essere umano ha l’istinto della difesa per conservare i suoi beni e la sua famiglia. Se vengono dei ladri a casa tua gli lasci prendere tutto, hli lasci stuprare tua moglie e i tuoi figli? Vuoi dirmi che non chiudi neanche la porta di casa? Non ci credo. Mi spiace. Non credo che se arrivassero dei soldati qui adesso tutti resterebbero sorridenti e contenti. Dai.
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A quel poco che so gli inglesi hanno fatto ben di peggio in India: non so quante migliaia di indiani ha azzoppato e reso invalidi, prima di piegarsi e promettere che, se loro li avessero aiutati nella II Guerra Mondiale contro italiani, tedeschi e giapponesi, avrebbero concesso l’indipendenza. Così altre decine di migliaia di indiani si sacrificarono per l’impero britannico, lasciando le loro ossa sui campi di battaglia. Per secoli hanno dominato l’India puntando su un complesso sistema di alleanze che eliminava fisicamente gli oppositori e manteneva intatto il sistema sociale di caste rigide che hanno impedito la modernizzazione della società indiana. E i bombardamenti? Quando vi fu una ribellione delle truppe mercenarie coloniali a metà dell’800, non si fecero scrupoli di bombardare la capitale Delhi con tutto il codazzo di uccisioni di massa e devastazioni da bombardamenti che conseguirono. Prova a leggere della rivolta dei “sepoy”:
“Il colonialismo britannico in India può essere fondamentalmente diviso in due fasi: nella prima fase, vi è il dominio della Compagnia delle Indie Orientali, nata innanzitutto come una corporazione privata. In una seconda fase, invece, dopo un sempre crescente controllo statale e parlamentare da parte di questa compagnia, il controllo dell’India passa direttamente alla corona britannica.
Il 2 agosto 1858, il parlamento britannico vota il “Government of India Act”, trasferendo tutta l’autorità della Compagnia alla corona.
Dal punto di vista medico, una crisi indica il momento chiave in cui la malattia del paziente migliora o peggiora. La crisi di cui parleremo in quest’articolo è quella che portò alla dominzione dell’India da parte della corona britannica, in seguito alla rivolta del 1857, di cui celebriamo questo mese l’anniversario.
Analizzeremo qui le cause e conseguenze di tali eventi dal punto di vista statale e militare.
La rivolte militari del 1806, a Madras, e del 1824, a Barrackpur, furono sedate con relativa facilità dai britannici. Ciò lasciò ai colonizzatori un falso sentimento di sicurezza, che li portò ad ignorare i prodromi della ribellione dei sepoy del 1857, e quando il 10 maggio dello stesso anno i sepoy postati a Meerut si ribellarono massacrando gli abitanti inglesi, non seppero subito realizzare la vastità del disagio sociale che portò all’insurrezione.
La causa immediata di questo sollevamento si trova nel nuovo modello di fucile Lee Enfield, la cui pallottola doveva essere morsa prima di essere caricata nell’arma. Rapidamente si diffusero delle voci che affermavano che la pallottola era ricoperta di grasso animale, maiale o mucca, in ogni caso in contrasto con le credenze e le pratiche sia hindu che musulmane. Anche se pare le voci fossero infondate, di fatto si verificarono numerosi incidenti dove soldati indiani si rifiutarono di caricare i fucili. La classica punizione britannica per l’insubordinazione prevedeva l’umiliazione e il castigo pubblico. Dopo avere assistito a più di settanta umiliazioni di questo genere, i sepoy di Meerut presero le armi e la rivolta dilagò nella maggiore parte del Nord dell’India. Portata avanti da capi maratha, occupò anche il centro del territorio, finchè quest’ultimi non furono sconfitti nel giugno del 1858.
Nell’analizzare, un anno dopo, le cause profonde di questa ribellione, l’ufficiale statale Sayyid Ahmad Khan (1817-1898), peraltro rimasto leale durante gli eventi, sottolineò le politiche culturali britanniche, il degrado imposto alle aristocrazie locali, notevolmente quelle di Oudh (1856), e in generale la marcata insolenza e il disprezzo dei britannici dimostrato nei confronti degli indiani. Sayyid Ahmad Khan difendeva infatti una politica più inclusiva.
La violenza di ambe le parti, segnò sia i britannici che gli indiani. La vittoria finale fu però britannica: oltre alla mera supremazia militare, la ribellione del 1857 costituì l’occasione ideale per gli inglesi per organizzare un vero e proprio stato coloniale. Dopo il voto in agosto, la regina Vittoria si pronunciò nel novembre del 1858, conferendo alla posizione di Viceroy (nella persona di Lord Canning) il completo potere sul governo del territorio indiano. Lord Canning organizzò una serie di tour dell’India, ispirati ai durbar dei moghul per consolidare il potere della corona, incontrando le élite aristocratiche. Esse si trovarono essenzialmente soddisfatte delle nuove misure che proteggevano il potere locale e i titoli (per opposizione alle misure prese da Dalhousie).
Un altro mutamento sostanziale fu quello del sistema militare indiano. La diffusione della teoria delle “razze marziali” diede sempre più importanza a determinate etnie, specialmente nel Punjab (rimasto leale agli inglesi durante la ribellione). La proporzione di britannici nell’esercito crebbe in maniera esponenziale, e i reggimenti furono sottoposti ad un miscuglio etnico per evitare collusione.
Il divario razziale e razzista si cristallizzò negli anni successivi alla rivolta, con un’enfasi sempre maggiore tra la distinzione fra hindu e musulmani, questi ultimi spesso favoreggiati dal potere. In generale, il razzismo verso gli indiani si radicalizzò, dando luogo a scene di violenze a Delhi ed a punizioni brutali, come il lancio di sepoy dai cannoni. Oltre a rafforzare il potere britannico sul territorio, la ribellione e le violenze di Nana Sahib a Kanpur confermarono nell’animo britannico il sentimento di eroismo e giustizia.”
Quando alla fine della II Guerra Mondiale, i britannici mantennero la parola e diedero l’indipendenza, per farlo, ricorsero all’espediente dell”partition”. Ovvero divisero in due il subcontinente indiano, creando il Pakistan e ponendo le basi per future guerre tra musulmani e indù… e qua mi fermo.
Grazie di cuore. E perdona il mio esser prolisso. Ma, al contrario di come i media tendono a presentare la storia, essa è molto più complessa. Se si guarda soltanto all’invasione russa dell’Ucraina, se ne ha una visione distorta e parziale. Per cercare di comprendere è necessario contestualizzarla. Ad esempio: se vedi un tizio che si azzuffa con un altro, l’istinto, non conoscendo gli antefatti, è quello di schierarsi col più debole. Ma se poi scopri che, quello che sembra il più debole, ha rubato il portafoglio all’altro e non vuole restituirlo? Ecco, i rapporti internazionali spesso sottostanno a dinamiche similari. Dunque, se non si contestualizza, cercando di comprendere gli antefatti, si finisce per essere vittime di propaganda.
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“I moti indiani del 1857 furono una serie di azioni di ribellione armata sfociati in una grande rivolta generalizzata contro l’oppressivo potere coloniale britannico in India della Compagnia britannica delle Indie Orientali.” Rivolta armata, non rivolta non violenta. Ioleggo cosí riguardo la rivolta di Sepoy.
Anche Gandhi dicono che sia piegato all’uso della violenza alla fine:
Soprattutto nell’ultima fase della sua vita, quando era impegnato per impedire i grandi massacri che accompagnarono la spartizione dell’India, Gandhi, pur ribadendo come la non violenza fosse il metodo migliore per resistere al male, affermò che, se non si crede alla non violenza o si pensa che non sia applicabile, è tuttavia necessario resistere, ricorrendo anche alla violenza.
https://www.treccani.it/magazine/atlante/geopolitica/Quando_pacifismo_dimentica_Gandhi.html
Non sono fonti sicure? Dunque tu cosa proponi per vontrastare la vilenza da parte di popoli aggressori? Possiamo scrivere qui capiyoli interi di storia, in cui i popoli han fatto guerre per svariati motivi, ma la giusta via contto la violenza quale sarebbe? Arrendersi tutti e farsi uccudere, mutilare e stuprare? Possiamo avere molti principi sul bene, sull’amore verso il prossimo, tante belle parole. Poi se arrivano a casa tua cosa fai? Io ho fatto un esempio prativo. La storia insegna ma cosa ha portato finora il passato? Il risveglio degli esseri umani? Non lo credo. Non mi piace la storia perchè è fatta da uomini che dicevano certe cose e poi ne facevano altre. Sia inglesi, americani, rusri e tutti gli altri. Ancora non hai risposto alle mie domanda:” Se arrivano a casa tua i russi cosa fai? “
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Perdona, ma per rispondere a simile domanda, dovresti prima dirmi il motivo per cui i russi dovrebbero venire a casa mia. Verrebbero cosi per sfizio o per pura malvagità? Perché hanno bisogno di fare il bagno in qualche fiume dalle mie parti? Ecco, se mi formuli una motivazione credibile, potrei provare a rispondere alla tua domanda. Dal momento in cui, personalmente, non credo al male assoluto. Bensì alla banalità del male, dunque alla necessità di una ragione per quanto risibile.
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È quello che mi sono chiesta io. Perchè una persona come Putin vuole qualcosa e poi lo distrugge? Da cosa è stato smosso? Perchè fino a pochi mesi fa no e adesso sí?
Se i russi venissero per distruggerti la casa, uccidere la tua famiglia, annientare il paese in cui vivi…
Vedi, io non so se tu hai mai visto il terrore negli occhi di un bambino.
Qui sono arrivati i bus pieni di donne e bambini.
Sai come ci si sente a vedere il terrore nei loro occhi?
E poi pensi” e se tutto questo succedesse a te? ” Sapere perchè Hitler o Putin o Lenin o Maduro fanno delle cose orribili cambia la prospettiva? Ho letto che Putin ha subito bullismo da parte dei suoi fratelli per via della sua bassezza. Allora avrà lo stesso complesso di Napoleone? Io cerco sempre di capire le radici del Male, per questo ho letto tanti libri su Hitler, anche su altri, per esempio “ANATOMIA DELLA DISTRUTTIVITÀ UMANA”. Ma credo che mettere tutti questi uomini, Biden compreso sia chiaro, in un gruppo di Necrofili non mi soddisfa. Devo pensare che anche tutti quelli che reagiscono a degli attacchi siano pure loro necrofili? So che la netta distinzione tra biofili e necrofili sembra un surplus. Ma dobbiamo pensare che siano tutti buoni e cattivi insieme?
Dunque se una persona, mettiamo che sia un ladro ( lasciamo stare i russi ok) vuene a casa tua e inizia a sparare ai tuoi familiari, stupra e distrugge, tu cosa fai? Alzi le mani e ti arrendi e offrendo il petto ti fai sparare oppure prendi la prima cosa che ti viene davanti e gliela tiri?
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Che dirti? Nel 1983 mi è capitato di trovarmi sulla frontiera tra Messico e Guatemala. Qui sono venuto a contatto con profughi di etnia maya fuggiti dal Guatemala. Devi sapere che, prima del 1957, era stato eletto presidente del Guatemala il colonnello Arbenz. Un uomo che voleva porre fine ad una condizione secolare di sfruttamento delle popolazioni indigene maya. Dunque aveva promulgato la riforma agraria per la restituzione delle terre ancestrali agli indigeni. Ai tempi, chi comandava in Guatemala e in tutto il Centro America, era la multinazionale United Fruits Co. Questa, preoccupata di venire espropriata delle terre che, a sua volta, aveva requisito agli indios, grazie alla corruzione degli apparati e dello stesso esercito guatemalteco, fece in modo che ci fosse un pronunciamento da parte dei militari e fosse deposto il colonnello Arbenz, sostituendolo con una giunta di generali. In Centro America, tutti gli ufficiali sono stati formati alla Escuela de las Americas negli USA. Quando fui sul confine, tramite una conoscenza, riuscii a visitare un campo profughi nel Chiapas. È qui che, come tu dici, ho guardato negli occhi, nei loro disegni, nei loro gesti il terrore. Povere anime senz’altra colpa che quella di essere venuti al mondo in una regione ch’è così lontana da dio e così vicina agli USA. Dopo questi incontri, ebbi a visitare lo stesso Guatemala. E non ti dico il terrore, la militarizzazione, la miseria, la fame…
Ma perché ti racconto di questa mia esperienza? Non è solo perché vorrei dirti che anch’io ho vissuto ciò che tu hai sentito alla vista di quei bambini. Bensì per farti comprendere come la vita degli individui, dei popoli stessi, sia soggetta ad interessi economici e geostrategici che finiscono per determinarne il destino senza che queste abbiano possibilità di scelta.
È per questa serie di motivazioni che arrivo a dirti che la questione che tu poni è malposta. Qua non si discute di ladri che ti entrano in casa. Bensì si tratta di interessi molto più grandi delle persone come noi. Dopo la fine della Guerra Fredda, sembrava che il mondo si indirizzasse verso un futuro di pace. Ma questa era solo apparenza: sotto la cenere covava il fuoco. L’URSS si era dissolta ma la Federazione Russa ha resistito e, col tempo, ha finito per immaginare con Putin, di potersi riprendere quel ruolo di potenza che le spettava, in quanto detentrice del più grande arsenale nucleare. Gli USA, al contrario, usavano l’adesione alla NATO degli paesi del Patto di Varsavia, come strategia per disarticolare la coesione della stessa Russia che, come ben saprai è un crogiolo di etnie e nazionalità tra le più diverse.
L’invasione dell’Ucraina da parte dei russi, non è che la manifestazione evidente di un conflitto geostrategico che si svolge a livelli di superpotenze globali. È per questo che giudico Zelenskj alla stregua di una marionetta che non si cura del proprio popolo, ma degli interessi della superpotenza americana. Se avesse aderito agli accordi di Minsk e rivendicato apertamente la neutralità, non ci sarebbe stata guerra.
Vedi, la propaganda di entrambi i campi, tende a personalizzare il potere, dandogli i connotati di Putin, Biden, Zelensky… ma non è così: ognuno di costoro rappresenta un agglomerato di potere e di interessi economici e ideologici. Questi agglomerati usano la propaganda per nascondere i loro veri interessi. Il cozzare di simili interessi, produce gli sconvolgimenti di cui siamo testimoni allibiti.
In definitiva, spero di essere riuscito ad esser chiaro, in caso contrario, ti chiedo venia e ti ringrazio per la pazienza.
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