Terremoto, satira e coda di paglia

“A questo punto, la mia curiosità è infinita: cosa scriverai, se dovessi farlo, in risposta alle vignette di Charlie Hebdo, anche se ti senti incazzato nero?”
Così mi sono sentito chiedere da un conoscente. Dopo non poca riflessione, questa è stata la mia risposta:
Qualcuno, non ricordo chi, diceva: impara a rispettare te stesso, se vuoi che ti rispettino gli altri.  Noi italiani non l’abbiamo ancora imparato a rispettare noi stessi: tutti i giorni ne abbiamo prova. Non ultime sono state le notizie per quanto riguarda i crolli nelle zone del terremoto, certo la giustizia dovrà essere a mettere i punti fermi e stabilire la verità. Ma
quel che ci appare adesso è il solito copione trito e ritrito,spaccato poco piacevole della nostra società, fatto di connivenze, omissioni, corruzione,elevato a stile di vita.
 In una zona ritenuta a grosso rischio sismico è venuta all’aria tutta la palude puzzolente di interessi che mina da sempre la cosa pubblica, nonchè quella privata. E’come se, ad ogni catastrofe, incidente o scossa sismica, si scostassero dei pietroni, scoprendo verminai che impazziscono …Anche quest’ultimo evento sismico ha fatto sì che, una scossa che, in altri paesi avrebbe provocato solo poche vittime e danni, da noi invece provocasse un’ecatombe di vite umane e un disastro epocale in fatto di edifici crollati. Persino ospedali, scuole e quant’altro che, per definizione, dovrebbero già essere stati messi in sicurezza. Dunque, che dire rispetto alle vignette di Hebdo? Posso soltanto citare le parole dell’ex giudice Gherardo Colombo: in Italia la mafia non è un problema solo di giustizia e di carcere, ma soprattutto di cultura. Lo disse dimostrando come, la corruzione e la cultura mafiosa,  fossero ormai radicate nel nostro vivere d’ogni giorno. Dunque che dire di Hebdo?… Forse che ho trovato di cattivo gusto le vignette, però molto vicine alla nostra realtà. Dunque, se c’è da essere incazzato nero, lo sono con i nostri concittadini che ci succhiano il sangue, per farci poi morire sotto le macerie della prima scossetta di terremoto. Per quanto riguarda Hebdo, posso soltanto esprime una smorfia di disappunto, per il cattivo gusto mostrato nell’occasione, ma non certo dirmi incazzato nero. Ma questa è satira, dura e senza sconti, di quella che dovrebbe farci riflettere e, casomai, farci incazzare con questo modo di vivere da struzzi che nascondono la testa nella sabbia, mentre d’intorno, ogni giorno, si pratica il peggio del peggio del vivere civile…
Chiedo venia se non pubblico la solita poesia. Ma, dopo avere visto e letto tanto, dell’indignazione scatenata nella nostra opinione pubblica dalle suddette vignette. Ho ritenuto opportuno manifestare anche la mia di opinione.
Grazie infinite per l’attenzione ed un caro saluto

32 pensieri su “Terremoto, satira e coda di paglia”

    1. Pienamente d’accordo, mia carissima Elisa: più che di assenza di cultura, dovremmo parlare di cultura omessa, probabilmente perchè torna a profitto di chi governa il Paese…
      Felicissimo di tornare a leggere di te…
      Grazie infinite con un abbraccio scintillante di stelle

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  1. Come ho già risposto a qualcuno in fb non è solo negatività a trasparire di noi italiani, ma è ciò che meglio si è prestato per una vignetta… e forse è questo che indigna. In fin dei conti sappiamo bene che rispecchia certe realtà che fanno male anchea noi, ma invece di vederci difesi ci sentiamo presi di mira indifferentemente, solo perché utile. Ci sentiamo usati e questo ci ferisce… Detto questo, il tuo pensiero è anche il mio

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    1. Le vignette sono fatte per colpire e per provocare. Per farlo si prendono di mira i nervi scoperti, “il tallone d’Achille”.Quindi tutti gli stereotipi e i vizi, come anche tutte quelle manifestazioni del potere, come può essere un evento come un terremoto che metta in luce tutte le fragilità di una società corrotta, ma non per questo totalmente. Anzi, la vignetta potrebbe e dovrebbe essere una spinta alla ribellione, a far sì che non abbiano a ripetersi simili manifestazioni di rapace malgoverno ed incuria programmata: è su questo che mi pare che, in molti, per un motivo o per un altro, non hanno compreso il messaggio. Anche per quel motivo che tu ben segnali, mia cara Dora. Quel sentirsi indifesi e quindi esposti all’ironia”facile”. Ma se togliamo ciò e attribuiamo un valore a tutte le cose, possiamo concludere che: Charlie Hebdo è solo un giornale che fa satira, pessima quanto si voglia. E che quindi nulla può fare che segnalare attraverso l’ironia, anche dura, tutto ciò che non funziona e perchè. Dunque è più nei riguardi del potere che ci lascia indifesi che dovremmo sentirci indignati. Perchè il potere potrebbe far si che noi si senta meno esposti a tutti i tipi di intemperie, compresa la satira…….
      Grazie infinite per la condivisione ed un bacio d’immenso…

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    1. …Però parla e seguita a straparlare, mio caro amico: eppure la scrittura dovrebbe dare anche il tempo di riflettere su ciò che si sta scrivendo, a differenza della lingua che, subito schiocca parole a raffica, come una mitragliatrice…….
      Grazie infinite per la condivisione con un caro saluto

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      1. Ecco,hai detto la parola magica: riflettere.La stessa cosa che ho provato a suggerire sul mio post che è nato proprio per l’incazzatura di vedere tanta gente in giro che non ha capito nulla ma si è sentita in dovere di dire tutto.

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      2. Evidentemente c’è una certa coazione a ripetere sempre lo stesso errore, sia quando si parla che quando si scrive. O, magari, quando già si parla in maniera poco riflessiva, si finisce per scrivere allo stesso modo… Comunque, complimenti anche a te per il tuo post. Anche se c’è sempre da farsi poche illusioni. Dobbiamo essere costanti, cercando di non incazzarci. Anche perchè non si tratta di convincere ma di portare alla riflessione……
        Un caro saluto a te

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      3. Mah, non so cosa sia ma c’è in giro davvero una quantità di pappagalli che è impressionante. Illusioni ormai non me ne faccio e per il resto…per carità…non voglio cambiare nessuno, mi limito a dire ciò che penso e amen!
        Grazie, ricambio il saluto!

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  2. Sembra che un malcostume “atavico” italiano non debba mai soccombere e gli avvenimenti recenti ne sono una crudele prova….per quanto riguarda i vignettisti francesi, non perdono occasione per “cercare di fare cassa”, quindi ogni evento grave, o sfumatura che sia, è un appiglio per attirare l’attenzione pubblica e vendere copie del giornale…..il rispetto per il prossimo sembra non debba esistere per loro!
    Buon mercoledì e un abbraccissimo woody,silvia

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    1. Anzitutto grazie per la condivisione, mia cara Silvia. Sai quale credo che sia il vero problema, in tutta questa storia? C.H. non è altro che un giornaletto di satira,può piacere o meno Quindi è perfettamente ininfluente su ogni sviluppo dovuto al sisma. Mentre tutto ciò che avrebbe potuto influire sugli effetti, almeno, del sisma. E frutto di quello che tu ben definisci”malcostume atavico italiano”. E’questo a crearci più danni e morti, non la satira. Al massimo la satira ti deprime. Invece il malcostume uccide e dissangua le casse pubbliche, con tutte le conseguenze che ogni giorno soffriamo sulla nostra pelle…….
      Grazie infinite con un abbraccio di scintillanti stelle……..

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  3. Concordo parola per parola. Certo, è più facile prendersela con un giornaletto di satira che con chi ha fatto i lavori, con chi li commissionati e non ha controllato, con chi ha votato quelli che i lavori li hanno commissionati e non hanno controllato… ooppss… ci toccherebbe guardarci allo specchio. In fondo la satira (macabra questa, chi può negarlo? sgradevolissima) non dovrebbe sempre servire a questo? E poi, sublimi, passiamo dalla tragedia alla farsa. La querela! Signore assistili tu.

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    1. Felicissimo per questa coincidenza di riflessioni: ma, ciò che più mi sconcerta, è il coro generale di sdegno che s’èscatenato. Ci mancava soltanto che si organizzasse una spedizione punitiva in stile Isis, per punire i reprobi di C.H..Quando poi, come tu ben dici: il ridicolo sappiamo toccarlo con sublime nonchalance…
      Grazie infinite ed un caro saluto…

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