
… è che mai L’ho capito cosa possa
o non possa significare il tempo;
non so “avanzarne”cosa voglia dire.
Più facile è che ne perda da ozioso
peggio che sangue da una vena aperta.
Spesso mi ci accomodo frustro e lasso
e imperterrito a dissanguarmi resto.
Poi, dopo nulla facere apatico,
già che la pigrizia mi ha roso carni,
mi dispero, mi specchio ebbro e capisco:
di tempo ogni cosa ha il suo. Così sono
pure io, essendo ancora nel mio di tempo,
fiore fatuo che ritarda a sfiorire.

E naufragar m’è dolce in questo mare di dolce far niente… 🙂 è che si fa fatica a concentrarsi di questi tempi, e poi uno di dice: chi me lo fare, che basta uno starnuto e…
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Vero? Anch’io faccio una fatica boia a concentrarmi. Evidentemente la situazione genera distrazione. Forse è la percezione di quello”starnuto” incombente come una spada di Damocle.
Grazie di cuore
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un’autoanalisi poetica di grande impatto emotivo, la tua originalità come sempre esplora le forme del nostro tempo…
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Sono davvero tempi, questi, che suscitano grande emotività.
Grazie di cuore sempre.
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☺
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Grazie di ❤
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Bella e triste la chiusa, per come schiude malinconica
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La primavera è festa gioiosamente malinconica.
Grazie di cuore gentilissima
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